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Italian Story Si stavano guardando e questo sembrava bastare. Rimasero così per qualche minuto senza parlare, ridere o piangere, senza fare assolutamente niente. Gli occhi di Emily erano quasi pieni di lacrime quando si sentì mancare le forze e cadde a peso morto su Paul. "Emily! Emily!" , gridava dandole qualche schiaffetto per svegliarla. Tutto inutile. Allora senza pensarci due volte Paul pose Emily sul sedile posteriore della sua auto e guidò come un pazzo verso casa Febray. Quando Camilla aprì la porta trattenne a malapena un urlo vedendo la figlia svenuta nelle braccia di quel ragazzo. Tuttavia non perse tempo e aiutò Paul ad adagiare Emily sul divano del salotto. "Vado a prepararle qualcosa, per favore puoi restare un attimo con lei? Poi sarai libero di andartene caro", disse Camilla. "Stia tranquilla signora Febray, resterò finché avrà bisogno del mio aiuto", rispose. Poi si mise in ginocchio vicino a Emily. Nonostante fosse mosso da un'agitazione per lo stato della ragazza, il suo viso gli trasmetteva tranquillità. Era una sensazione strana, ma non la controllava. In quel momento gli appariva perfetta come non mai con quel viso di porcellana scolpito e i capelli dorati ormai tutti sparsi sul petto. Le prese la mano ed ebbe un brivido perché non se la aspettava così fredda. "Tesoro mio", sussurò. All'improvviso Paul sentì che Emily stava ricambiando la stretta. La ragazza aprì lentamente gli occhi. Paul ritrasse subito la mano. "Cosa hai detto?", gli chiese. "Cosa? Oh, niente Emily sei un pò frastornata perché sei svenuta. Ora tua madre ti porterà qualcosa di caldo e ricco di zuccheri così domani starai già meglio" "Mi hai portata tu a casa?" "Si...", rispose Paul. Mi sei caduta addosso, pensò, ma preferì non aggiungere altro. "Ecco una bella cioccolata calda per la mia nipotina!", esclamò zia Gilda, "e chi è questo bel ragazzo?" "Salve, io sono Paul Wesley un compagno di scuola di vostra nipote. Diciamo che ero nel posto giusto al momento giusto e ho soccorso Emily" Emily rimase incantata. Non l'aveva mai sentito parlare con tanta eleganza. Quando lui la salutò lasciandosi accompagnare alla porta da zia Gilda avrebbe voluto fermarlo e dirgli ancora grazie, avrebbe voluto guardarlo ancora una volta negli occhi. Ecco ora si ricordava: l'ultima immagine lucida che la sua mente le forniva prima del buio totale erano gli occhi di Paul. Si sentiva piuttosto strana anche perché le sembrava davvero di aver sentito dire qualcosa da Paul qualche attimo prima. Ma se quelle parole erano state solo fantasia, la mano del ragazzo che stringeva la sua non lo era affatto. Posò lo sguardo sul tavolino di cristallo e vide la foto che la ritraeva insieme al nonno. Notò che si somigliavano parecchio: stessa forma del viso, stesse labbra, stessi occhi, ma soprattutto stessa voglia sotto l'orecchio. Non si era mai accorta del fatto che aveva anche questo particolare in comune con il nonno, ma era per lo più stupita perché nessuno della famiglia l'aveva mai menzionato. Nessuno era andato oltre il "hai gli stessi occhi di tuo nonno, sai?". All'improvviso si ricordò del foglietto con le formule chimiche che aveva trovato e si diresse velocemente in camera sua, dopo aver bevuto un abbondante sorso di cioccolata calda. Non riuscì però a sfuggire all'occhio della madre che le ordinò di tornare a riposarsi, ma zia Gilda interruppe Camilla dicendo che i giovani non hanno bisogno di tante cure per rimettersi in sesto. Una volta entrata nella cambretta Emily prese il foglio che era rimasto nello zaino per quei giorni. Non ci capiva gran che ma sicuramente c'era scritto qualcosa di serio. Le lettere erano ben calcate e incarnavano formule chimiche piuttosto complesse. Il tutto sembrava la formula di un incantesimo. E poi eccola lì, alla fine del figlio, la firma di suo nonno. Prese un post it e provò ad imitarla, ma si interruppe al rumor delle urla della mamma che le ordinava di spegnere la luce e di andare a dormire. Decise di obbedire perché era effettivamente stanca. Mandò un messaggio ad Elena per informarla dell'accaduto e si rifugiò sotto le coperte.

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